
Fondi europei: dove prende i soldi l’UE
Un argomento che ricorre frequentemente nei dibattiti politici è il rapporto dell’Italia con l’Unione europea e, più specificamente, la gestione dei fondi che arrivano da Bruxelles. Ma cosa sono di preciso?
Fondi europei: dove prende i soldi l’UE, come li gestisce e a chi li dà.
L’UE finanzia moltissimi progetti, sulla base di specifici bandi, per sviluppare le proprie politiche e migliorare le condizioni sociali, economiche e culturali degli Stati membri.
Sono proprio questi ultimi, però, a finanziare l’erogazione dei fondi tramite i loro contributi economici al bilancio dell’UE. Nel seguente articolo verrà spiegato quali sono le principali misure europee e il loro funzionamento, in particolare sarà esplicato come distinguere fondi diretti ed indiretti.
Cosa sono
I fondi, messi a disposizione dall’UE, sono l’insieme di risorse distribuite per perseguire determinati obiettivi, ad esempio l’occupazione, ricerca e sviluppo, la coesione sociale, etc. I beneficiari sono i soggetti di genere vario: a partire dai singoli cittadini, imprese ed enti pubblici, fino ad arrivare alle istituzioni locali che presentano progetti in base a precisi bandi di concorso. Naturalmente i progetti sono valutate da specifiche commissioni e, qualora venissero approvati, in genere ottengono una parte dei finanziamenti necessari per la loro realizzazione.
I fondi si dividono quindi in fondi diretti, ovvero erogati dalla Commissione europea direttamente in capo ai beneficiari e fondi indiretti (detti anche strumentali o di investimento), cioè versati dall’UE agli stati membri in base a precisi accordi ed erogati dai singoli Stati ai beneficiari finali tramite gli appositi piani nazionali e regionali.
Come viene però stabilito il programma e gli obiettivi? Sulla base di un piano settennale.
I fondi diretti
I fondi diretti comprendono tutti i programmi intracomunitari, rivolti ai soli soggetti facenti parte dell’UE. Tali programmi si basano su determinate materie (ricerca, sviluppo, politiche giovanili, etc.) e programmi di cooperazione esterna che promuovono la cooperazione con soggetti esterni all’UE.
Uno dei fondi diretti più importanti è quello per la ricerca e l’innovazione (2021-2027 Horizon Europe), con una dotazione di 95.5 miliardi di euro, che ne fa il più vasto programma di innovazione al mondo. Esso è articolato in diversi progetti, ai quali partecipano università, singoli ricercatori, istituzioni pubbliche, imprese, etc.
Fondi indiretti (strumentali e di investimento)
Come già detto precedentemente, i fondi indiretti sono quei fondi assegnati agli stati membri dell’UE che a loro volta li distribuiscono a specifici beneficiari tramite gli appositi piani nazionali e regionali. Ciò vuol dire che sono gli stessi stati e le stesse regioni a gestire e ripartire i fondi europei. In particolar modo esistono 5 tipi di fondi:
- Europeo per lo sviluppo regionale: istituito a metà degli anni 70 volto a promuovere lo sviluppo delle regioni, favorendo soprattutto quelle in difficoltà;
- Sociale Europeo: istituito nel 1959 con il quale l’UE sostiene l’occupazione e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale;
- Per la coesione: nato nel 1994, rappresenta l’unico fondo rivolto non a tutti gli stati membri, ma solo a quelli in condizioni più precarie. Prevede quindi programmi di finanziamento per lo sviluppo negli stati che hanno un PIL pro capite inferiore al 90% della media europea;
- Europeo agricolo per lo sviluppo rurale: nato nel 2005, finanzia i programmi per incentivare lo sviluppo dell’agricoltura, sulla base della Politica agricola comune;
- Europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacultura: nato nel 2021 ma sostituisce i fondi precedenti dal 1977.
Beneficiari e contributori
Naturalmente l’UE prende i propri fondi direttamente dagli stati membri, in base ad una programmazione stabilita ogni 7 anni e, a sua volta, l’UE devolve agli stati membri, agli enti, alle imprese e ai cittadini una parte delle risorse. Gli stati si dividono quindi in beneficiari, coloro che ricevono più di quanto danni, e contributori, coloro che versano più di quanto ricevono.
Sulla base dei dati rilevati nel 2018 la Germania risulta essere a primo posto tra i paesi contributori, con un contributo pari a 17 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 7.4 miliardi di euro e l’Italia con 6.7 miliardi di euro. Tra i maggiori beneficiari invece ci sono la Polonia con 11.6 miliardi di euro ricevuti, l’Ungheria con 5 miliardi di euro, la Grecia con 3.2 miliardi di euro, il Portogallo con 3.1 miliardi di euro e la Romania con 3 miliardi di euro.
L’Italia!
L’Italia è risultata a lungo tra l’elenco degli stati beneficiari, ma, successivamente ai vari allargamenti dell’UE in direzione dell’est del continente, è passata tra i contributori. Come riporta la Corte dei conti, nel 2019 il nostro Paese ha versato circa 16.8 miliardi di euro, ricevendone in cambio 11.3. Dal 2021 però, soprattutto a causa della pandemia da Covid-19, l’Italia, si reputa possa tornare ad essere presente nell’elenco degli stati beneficiari. Il problema però è che l’Italia risulta essere tra gli stati meno capaci di spendere i fondi europei. Le risorse stanziate dall’UE servono a coprire parte delle spese per progetti specifici e, se questi mancano, i fondi europei non sono utilizzabili e rimangono nel bilancio europeo senza poter essere utilizzati e sfruttati. I paesi che sono maggiormente capaci di sfruttare i fondi europei sono per l’appunto quelli del Nord-Europa. Sono invece in coda quelli mediterranei come Spagna ed Italia. Tra le ragioni si considera la scarsa qualità della pubblica amministrazione italiana.
Next Generatione EU
Dal 2020, a causa della pandemia dovuta da Covid-19, l’UE ha istituito il programma Next Generation EU. Lo scopo di tale programma è quello di favorire la ripresa economica post Covid. È prevista un’allocazione di risorse di oltre 800 miliardi, la cui quasi totalità è destinata ad incentivare la ripresa sulla base di quattro obiettivi principali: transizione digitale, transizione ecologica, equità, stabilità macroeconomica. È nell’ambito di questo programma che è finanziato il nostro PNRR. Essendo l’Italia tra i paesi maggiormente colpiti, è risultata essere tra i maggiori beneficiari, con 122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi di sovvenzioni, seguita dalla Spagna (69,5 miliardi di sovvenzioni e zero di prestiti) e dalla Francia (39,4 miliardi di sovvenzioni e zero di prestiti). Più specificamente, siamo il Paese che ha chiesto e ottenuto la cifra più alta di prestiti, di gran lunga superiore a quella degli altri Paesi. Al secondo posto c’è la Romania, con 15 miliardi, e al terzo la Grecia con 12,6. Molti Stati membri, infine, hanno preferito non richiedere prestiti e ricevere solo le sovvenzioni.
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